Sei sicuro di riuscire a riconoscere sempre quando il tuo cavallo prova dolore?

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Starai sicuramente pensando “certamente, i segni sono così evidenti”, ma in realtà non è sempre così semplice. Ci sono, infatti, molti gradi di dolore e i gradi più bassi possono non dare segni di zoppia o alterazioni comportamentali così evidenti, anche se sicuramente hanno un influenza negativa sulla vita quotidiana del cavallo.

Per altro, come ho sottolineato in altre occasioni, il cavallo è per sua natura portato a nascondere condizioni di disagio che potrebbero farlo apparire più debole di fronte a chi considera possibili predatori, noi umani compresi benché ci affianchino nella vita e nel lavoro ormai da centinaia di anni. Per questo motivo non possiamo certo considerarli animali in grado di manifestare apertamente condizioni di dolore, a meno che non si tratti di dolori particolarmente accentuati, come ad esempio i dolori colici (molto evidenti) o quelli osteoarticolari, causa di zoppie fastidiose e debilitanti per il cavallo.
Bisogna sempre tenere in considerazione che ci sono delle condizioni dolorose, come il mal di testa o il mal di schiena, che si tende a sottovalutare quando si parla di animali, probabilmente perché, a differenza di una zoppia o di un mal di pancia, i segni clinici non sono così evidenti, soprattutto ad occhi inesperti.

In ogni caso, è giusto sapere che i sistemi di identificazione del dolore negli animali sono oggetto di studio di veterinari e comportamentalisti in molte università del mondo, e che enormi progressi sono stati fatti negli ultimi anni, proprio per garantire ai nostri amici a 4 zampe la migliore qualità della vita.Blog cavallo dolore

Ma perché il dolore è così difficile da riconoscere e quantificare?

Probabilmente perché è sempre influenzato da una forte componente di individualità, difficile da valutare. In una scala di dolore da 1 a 10, quello che è 7 per me potrebbe non esserlo per voi e viceversa. E lo stesso è per gli animali, cavalli compresi…

Inoltre, interferiscono con la percezione del dolore di ciascun soggetto anche le circostanze e l’atteggiamento verso l’ambiente che lo circonda, le esperienze passate, l’età e in certi casi la familiarità.
Nelle femmine, ad esempio, la soglia del dolore sembra modificarsi in particolari fasi della vita come durante l’estro, l’ultimo periodo di gravidanza o appena dopo il parto.

Dando per scontato che ognuno di noi conosca bene il proprio cavallo, la cosa importante è quella di notare sempre eventuali alterazioni del comportamento abituale, come manifestare delle “difese” durante il lavoro che non aveva mai avuto prima o avere degli atteggiamenti strani, come tirare indietro le orecchie, quando ci si avvicina per toccarlo in aree del corpo potenzialmente dolenti, come, ad esempio, la schiena.

Chiaro che non tutti i comportamenti anomali sono dettati dal dolore, ma è sempre bene indagare. I cavalli sono animali generalmente ben disposti e, quindi, se si rifiutano di fare qualcosa che hanno sempre fatto fino a quel momento o sono stressati per condizioni di vita o di lavoro non idonee o hanno un dolore che facciamo fatica ad evidenziare.
Bisognerebbe sempre dargli il beneficio del dubbio…
Dolore e malessere non esitano sempre in una zoppia manifesta o in una vera e propria malattia. Anche a noi capita di alzarci la mattina con un gran mal di testa o con dolori muscolari ovunque, o addirittura avere dei periodi in cui non ci sentiamo bene per niente senza capirne la causa. In medicina tradizionale cinese tutto questo si può spiegare con un alterazione dello scorrere dell’energia lungo i meridiani del corpo, ma la medicina occidentale, spesso, non ha una spiegazione o se ce l’ha non ha un vero e proprio rimedio. Comunque, a meno che non si tratti di qualcosa di grave, generalmente poi questi periodi negativi passano e torniamo a star bene nel giro di poco tempo.

È dunque normale e doveroso pensare che, come noi, anche i cavalli abbiano i loro periodi no e che non possano essere al 100% tutti i giorni dell’anno.

Il dolore, per altro, è un meccanismo fisiologico con cui l’organismo si difende e si protegge da stimoli che potrebbero aggravare una situazione compromessa. Non dimentichiamoci mai che il cavallo si è evoluto così com’è per scappare e che qualsiasi problema che ne alteri le capacità di movimento e la velocità possono essere per lui fonte di grande stress.
Quindi, spesso, al dolore si somma anche una condizione psicologica difficile.

Capita spesso che mi scrivano proprietari di cavalli abbastanza disperati, perché non riescono più a montare il loro cavallo come facevano una volta. Cavalli con “difese” di ogni genere che non s’impegnano più come prima, diventando per il cavaliere non più un divertimento, bensì un motivo di lotta continua per ottenere risultati che fino a poco tempo prima erano la routine. Magari il cavallo è stato anche visto e rivisto da veterinari ortopedici che non hanno rilevato nulla che possa giustificare certi comportamenti. In quei casi mi trovo spesso a chiedere come vive il cavallo, per scartare condizioni di stress, e a consigliare di farlo visitare anche da un osteopata o da un chiropratico perché, spesso, come per noi umani, blocchi a livello osseo o tensioni muscolari, soprattutto sulla schiena ma non solo, possono causare un dolore pungente che non dando tregua al cavallo può essere molto fastidioso. Anche valutare il tipo di lavoro che fa il cavallo quotidianamente è importante, perché se vi sono costantemente alti livelli di acido lattico nei muscoli, a causa di un lavoro eccessivo senza un adeguato allenamento, il dolore muscolare è continuo e così debilitante da alterarne addirittura il carattere.
Anche valutare con più attenzione le condizioni dello stomaco può essere fondamentale, perché una semplice gastrite può non dare segni clinici particolarmente evidenti ma creare comunque molto fastidio al cavallo, soprattutto quando lavora, che diventerà inevitabilmente più nervoso, irascibile e di conseguenza più riluttante a muoversi. In quel caso una buona cura per lo stomaco associata a un periodo di riposo, magari con la possibilità di accesso ad un paddock con l’erba, possono migliorare molto la situazione ed essere in molti casi addirittura risolutivi.

Un altro esempio che rende bene l’idea è il dolore legato a una bocca che non vede il dentista da molto tempo. È normale che con la masticazione i denti creino delle punte che danno fastidio in bocca, soprattutto quando il cavallo mette l’imboccatura. Un cavallo che viene regolarmente controllato da un dentista probabilmente non avrà mai di questi problemi, ma se la bocca viene “fatta” raramente (come si dice in gergo) o addirittura mai, è sempre bene tenere in considerazione anche questa ipotesi. Il dolore in bocca potrebbe essere causato anche da imboccature non adeguate o da cavalieri troppo bruschi. Anche in questo caso è importante porci rimedio prima che la difesa dovuta al dolore diventi un’abitudine e sia poi difficile da gestire, anche quando la causa primaria si risolve.

Penso che dovremmo tutti sempre metterci nei panni del nostro cavallo e, come ad esempio succede per i denti, immaginare il male che proveremmo a vivere con una punta fissa che spinge sull’interno della guancia o che ci preme sulla lingua ulcerandola.
Un male tremendo, non ci posso neppure pensare!!!
Oppure come ci sentiremmo a dover correre con delle scarpe troppo strette o troppo larghe su un terreno molto duro: non è detto che un leggero mal di piedi dia una vera e propria zoppia, ma che alcuni cavalli su certi terreni non lavorino bene e si rifiutino di saltare è un dato di fatto. Ferrature non corrette e terreni troppo duri, sono un’altra possibile causa di dolore e disagio per molti cavalli.

Potrei elencarvi altre numerosissime problematiche che molto spesso vengono sottovalutate dai cavalieri, ma che possono causare grosso disagio al cavallo.

Purtroppo chi tiene molto ai propri cavalli potrebbe fare fatica ad accorgersi di condizioni non evidenti di malessere e dolore, perché umanamente ci si sente responsabili per chi, come il cavallo, dipende in tutto e per tutto da noi e ammettere che qualcosa non va potrebbe non essere semplice, assolutamente in buona fede.

Ma fermarsi un attimo a riflettere, osservare il cavallo anche quando è scosso e non solo quando lavora o è in box e prendere in considerazione tutti gli elementi e le possibili cause, anche se sono poco comuni, può essere particolarmente utile. Anche parlarne con qualcuno al di fuori del contesto della nostra scuderia può in certi casi darci degli spunti sensati ed essere addirittura illuminante.

Un cavallo che non è al 100% non può dare il 100%.

Un ringraziamento speciale per questo articolo va alla  Dott. Carlotta Caminiti, responsabile del Centro Veterinario Le Cicogne