Il primo amore non si scorda mai: i cavalli da scuola

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Il cavallo da scuola, il nostro “primo amore” equestre se così possiamo chiamarlo. E’ lui che ci ha insegnato a stare in sella, senza nulla togliere al nostro istruttore ovviamente, e che ci ha sopportato finché non abbiamo smesso di rimbalzare sulla sua schiena. Questi cavalli, dal più “bravo” al più pazzerello, meritano veramente un articolo dedicato a loro e non solo, meriterebbero tutti di invecchiare in un bel pratone verde, non facendo altro che masticare erba e fieno tutto il giorno, con i crini accarezzati dal vento e gli occhi socchiusi con espressione piacevole sotto gli ultimi, tiepidi, raggi del sole al tramonto.

Questa romantica immagine non dovrebbe suonare troppo “da favola”, non dovrebbe muoverci un “eh, magari”, perchè quando il nostro cuore batte per un animale e questo ci ha dato così tanto, possiamo veramente fare la differenza per lui. Ora però, lasciamo da parte i pensieri e concentriamoci su qualcosa che, secondo noi, vi strapperà un sorriso: una piccola lista dei “cavalli tipo” da scuola. Chissà, magari fra questi ritroverete proprio quello con cui avete passato più ore in sella o con il quale siete proprio cresciuti!

1. L’attempato. Lui ne sa più di tutti, ne ha viste di ogni e ha messo in sella ogni tipo di cavaliere, dal bambino scalmanato alla signora timorosa. E’ prossimo alla pensione e, oseremmo dire, sarebbe anche l’ora di premiare così tanti anni di santa pazienza con un bel paddock “a vita”. Di lui potete fidarvi ciecamente, perchè se anche solo avesse voglia di farvi uno scherzetto, preferirà sempre fare una siesta piuttosto che una sgroppata.

2. Il pony. Questa categoria sarebbe da dividere in due e forse meriterebbe un articolo a sé: i pony possono essere molto pacifici quando “demoniaci”. In ogni caso sempre furbissimi e compagnoni, di sicuro ci hanno regalato tanti bei ricordi, e qualche livido. La maggior parte di noi, chi prima e chi dopo, ha montato un pony e ne è rimasto segnato (alcuni anche dai loro denti). Inarrestabili.

3. L’ex stella da gara. Che fosse dressage, completo, reining, salto ostacoli o altro, poco importa: lui le sa tutte e la parola chiave è “relax”. Sì, perchè da bravo maestro, l’ex atleta si comporta come se noi stessimo in sella giusto per, facendoci credere di riuscire in ogni impresa. Attenzione però, perchè ogni cavallo ha il suo punto debole e quando scopriremo quello dell’ex campione, non sarà facile.

4. La mezza fida. E’ il primo passo verso il cavallo dei sogni. Già lo amiamo, lo abbiamo magari visto in gara e ci ha fatto impazzire. Chi ne ha la possibilità sa che con lui sarà un investimento e ci regalerà tante soddisfazioni oltre che progressi, perchè è davvero un pò come se fosse tutto nostro, anche se lo condividiamo con qualcun altro o con la scuola. Amico per sempre nel cuore.

5. L’imbrancato. Non vediamola come un’accezione negativa: vuole solo compagnia.. dei suoi simili, anche se voi siete in sella, anche se state lavorando in campo. Questo tipo rappresenta una vera sfida, perché i più ostinati sono soliti trascinarci letteralmente verso i compagni, e magari questi si trovano proprio al centro del campo, fermi, in attesa del loro turno per un giro di pista al galoppo. Forza e coraggio, prima o poi li convincerete che la vera vita è fuori dalla “comfort zone”, forse.

6. Il bello e impossibile. Forse abbiamo già detto tutto con queste due parole.. perché in realtà è un caso che si trovi a fare scuola e principalmente vive in una situazione di “stallo” prima di essere venduto (o ri-venduto). In genere viene montato dai migliori allievi, se sono fortunati, ma non per chissà quale motivo, semplicemente perchè richiede una monta fine, precisione negli aiuti e magari anche da terra va trattato “coi guanti”. Colpo di fulmine.

7. La strega. Perché questo nomignolo? No, non fa le magie o le iatture, è semplicemente la cavalla più “femmina” fra tutte quelle in scuderia, e ovviamente prima o poi la monterai, a scuola. Da terra la lotta più ardua si ingaggia nel momento in cui ti presenti con in mano il sottopancia, per questo forse conviene armarsi di cotta di maglia, cuscini e sangue freddo: anche i cavalli, quando mordono, fanno male. Montata è una favola, leggera come una piuma.. finché non ti avvicini a qualsiasi altro cavallo! Orecchie basse, sguardo assassino e via di calci al malcapitato. Preparate un cesto di muffin da consegnare dopo le lezioni, ne dovrete probabilmente distribuire diversi, a più persone.

8. Il fifone. Aaah, quante emozioni ci regala questo cavallo da scuola! Sappiate già che se voi stessi siete dei fifoni, vi verrà assegnato sempre più spesso, finché non diventerete “insensibili” alla paura in sella. Non è una forma di tortura perpetrata dal vostro istruttore, ma un’ottima tattica per sbloccarvi: desensibilizzazione, la chiave di tutto! Lui ha paura di ogni cosa e di niente, non saprete mai quando si spaventerà, perché il furbo finge di dormire in piedi e vi lascia rilassare abbastanza da provocarvi un infarto non appena vede volare via una tortora dalla staccionata di bordo campo. Formativo.

9. Il mancato cavallo da rodeo. Magari è anche bellissimo fisicamente e davvero dolce da terra, però quando lo montate decide spesso e volentieri di dimostrarvi la sua gioia con una serie letale di sgroppate che se riuscite a rimanere su ci viene il dubbio che abbiate della colla sotto al sedere. Vi insegnerà a stringere le gambe come una morsa e sfruttare lo sguardo per non mangiare la sabbia, oltre che a sfoggiare un favoloso sorriso da concorso di bellezza per mascherare le smorfie di terrore. Ginnaste vite parallele.

10. Dulcis in fundo, il pigrone. Lui non ha voglia di fare niente e voi siete una scocciatura. Non ve lo dimostra a morsi, calci e manifestazioni di nervosismo quando vi avvicinate: vi ignora direttamente, da terra e in sella. Quasi vi sentite in colpa a prepararlo per montare, ma sappiate che in cuor suo è vero, vi sopporta, però forse è solo un cavallo molto freddo (e probabilmente sta contando i giorni che mancano alla pensione). Mettetelo in un paddock e vi farà cascare la mascella a terra: sgroppate, impennate, mirabolanti fughe. Lo assegnano sempre ai bimbi perchè è buono come il pane, non fa mai una piega, anche se questi passeranno metà dell’ora a piangere perchè non si muove di un millimetro dal posto. Forse più che “il pigrone” dovremmo chiamarlo “lo scaltro”.

E il vostro qual è stato (o qual è)?

 

Autore: Cecilia Casadei

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